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Storie maledette del calcio.

Ciò che la telecronaca non può raccontare, di Roberto Maida. In questi racconti si parla di morti dovute a cure “speciali”, suicidi inspiegabili che hanno lasciato sgomenti
14 Aprile 2023 Stampa articolo

Anche lo sport più popolare del mondo nasconde segreti indicibili, storie che non vogliono (o non possono) essere divulgate. Dal 1889 – universalmente riconosciuto come l’anno zero del calcio – sono ottantotto i giocatori deceduti sul rettangolo verde. Ma in questi racconti si parla di morti dovute a cure “speciali”, suicidi inspiegabili che hanno lasciato sgomenti, terribili agonie provocate da malattie rare. Sla in primis. E poi omicidi, che in molti casi non hanno ancora un colpevole. Da Taccola a Vialli, da Astori a Fortunato passando per Maradona, unico straniero della nera raccolta: Roberto Maida narra le tragedie più dolorose e misteriose della storia del calcio italiano arricchendole con testimonianze, inchieste e aneddoti straordinari. Tutto ciò che videocamere e microfoni non hanno mai potuto raccontare.

Roberto Maida (Roma, 1976) è giornalista professionista e si occupa di sport. Ha iniziato la carriera a Tele+ per poi passare alla redazione sportiva di Mediaset. Dal 2005 è al «Corriere dello Sport», dove ha raccontato centinaia di eventi di rilevanza nazionale e internazionale. Se dovesse individuare un oggetto da portare con sé in un’isola deserta sceglierebbe le sue scarpe da running: proprio durante una lunga sessione di corsa è stata partorita l’idea di questo libro.

«Roberto Maida è stato bravo nel riuscire a imporre a una materia così bruciante una dolcezza insospettabile». Dalla prefazione di Ivan Zazzaroni

 «I racconti contenuti in questo libro sono davvero sconvolgenti. Spesso ci si dimentica che anche i calciatori sono esseri umani, con le loro fragilità e i loro problemi». Dalla postfazione di Morgan De Sanctis

C.S.



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