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“Fare squadra contro la paura”, parola di psicologa

12 Marzo 2020 Stampa articolo

rugby giovanileROVIGO – ”È necessario il contributo e lo sforzo di tutti per fare squadra come se fossimo in campo”. A sostenerlo è Alessandra Tozzi, psicologa esperta nella gestione dei gruppi e mamma di due atleti in forza all’Under 8 e 12 della Monti Rugby Rovigo Junior. 
“Lo sport, a quest’età – rileva – è un momento educativo e uno sfogo insostituibile perché, dopo la concentrazione e l’impegno che sono richiesti la mattina a scuola, l’aggregazione in campo tra pari è fondamentale, specie nell’età dello sviluppo. I ragazzi adesso sono comprensibilmente disorientati per quello che stanno vivendo e i più piccoli sono quelli che pagano il prezzo più alto. Non capiscono fino in fondo e vivono questi giorni con grande apprensione”.
Come spiegare quindi la situazione? Facendo squadra, appunto: “È necessario far capire che ognuno è chiamato come in campo a un compito chiaro e preciso, in questo caso limitare il contagio. Si può farlo responsabilizzandoli e senza spaventare, va detto che è una questione di responsabilità verso le persone care, si tratti di fratelli, genitori o nonni”. rugby

Un ruolo fondamentale, per la Tozzi, lo giocano educatori e allenatori. “Occorre farsi sentire – rileva – e mantenere il contatto vivo coi ragazzi, la vicinanza, anche se non quella fisica, in questi momenti è determinante. Bene, anzi benissimo, usare i nuovi mezzi, social e chat, che tanto spesso vengono demonizzati anche dagli stessi genitori: se utilizzati con questa finalità possono rappresentare davvero un’opportunità in cui veicolare messaggi, saluti o magari anche video con spezzoni di partite, tutto può servire…”.

La psicologa, nel ribadire il ruolo dello sport e dello svago, specie in questo frangente (“È centrale”, rimarca più volte), parla anche dei rischi connessi al cambio repentino di abitudini: “La quotidianità è chiaramente stravolta e si può soffrire di disorientamento nell’equilibrio emotivo; panico e allarme non occorrono – dico sempre che la paura è peggiore del virus – anche se al tempo stesso non bisogna sottovalutare tutti gli effetti collaterali di quest’infezione”.

 

C.S.



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