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Il canottaggio per l’inclusione

[1]BUDAPEST– Con l’approdo a Budapest, poco prima dell’Isola Margherita che divide in due il fiume all’altezza della città, si è conclusa il 1° agosto con successo anche la quarta edizione della Discesa del Danubio a remi, inclusiva e internazionale, ideata dai tecnici di IV livello europeo Riccardo DEZI e Giulia BENIGNI, Presidente e Vicepresidente del Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma, associazione sportiva affiliata alla FIC-Federazione Italiana Canottaggio [2], e realizzata in collaborazione con il Circolo Donauhort Ruderverein [3] di Vienna e il fondamentale contributo della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale [4]. Regata “raddoppiata” rispetto alle edizioni precedenti, prevedendo un percorso di circa 600 chilometri e l’attraversamento di quattro Stati, Germania, Austria, Slovacchia e Ungheria.

Sui carrelli, insieme,  atleti Master del CC3Ponti; atleti diversamente abili, e i loro accompagnatori, del circolo viennese, tra cui David Erkinger, atleta ipovedente della squadra nazionale austriaca di Pararowing e Claudia Rauch, atleta non vedente; atleti italiani della squadra Paralimpica del C.C. Aniene, Luca Agoletto Daniele Stefanoni e atleti Pararowing del Circolo Canottieri 3 Ponti, Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, quest’ultima alla sua prima volta sul Danubio, saldamente al timone. Il suo entusiasmo e la sua felicità per aver potuto essere parte dell’impresa uno dei riconoscimenti più grande per gli organizzatori.

 Una regata che ha coniugato agonismo e solidarietà, passione e inclusione, coraggio e tecnica e che aveva preso il via lo scorso 21 luglio da Passau. L’ultima tappa il primo di agosto, da Esztergom a Budapest, ha visto atlete ed atleti impegnati negli ultimi 65 chilometri affrontati al meglio grazie a condizioni climatiche clementi, che hanno reso necessari pochi stop alle barche per permettere agli atleti di bere e rinfrescarsi. Una sola sosta più lunga intermedia a Szentendre e poi via di buon passo per l’ultimo miglio fino alla meta, con gli equipaggi a registrare ottimi tempi.

 Così Riccardo DEZI, un’esperienza specifica maturata negli anni nella pratica dello sport remiero per atleti Paralimpici e del Pararowing, dove ricopre anche ruoli di responsabilità, organizzatore insieme a Giulia BENIGNI dell’evento: “Dare vita ad una regata di questo tipo e con questa tipologia di equipaggi non è facile. Tuttavia, quando si ha un gruppo come quello che abbiamo avuto noi, diventa molto più semplice.

Persone che hanno avuto la capacità di partecipare con disciplina quasi “militare”: atleti sempre molto puntuali, motivati nella voga durante tutta la Discesa, che hanno esprimere grande volontà e spirito di sacrificio; uno staff (Monica Magini, Sara Arena, Irene Lodo, Antonio Schettino e Catalin Blaj per questa edizione n.d.r.) affidabile, flessibile e capace. Su tutto, la gratitudine di tutti va alla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale e al suo Presidente, il Prof. Avv. Emmanuele F.M Emanuele, che ha assicurato il suo basilare appoggio anche a questa edizione, consentendo di dotare sempre e ovunque l’organizzazione dei mezzi e degli strumenti migliori, facilitandone il compito”. [5]

 Preferisce invece rimandare ad alcune parole-chiave Giulia BENIGNI: “Agonismo, solidarietà, spirito di squadra, sacrificio, passione sono solo alcuni dei capisaldi del Canottaggio e del Pararowing, quest’ultimo praticato da numeri crescenti di atleti con disabilità motorie, sensoriali e intellettive. E agonismo, solidarietà, spirito di squadra, sacrificio e passione è tutto ciò che i partecipanti all’impresa hanno messo in acqua nei seicento chilometri di Danubio, da Passau a Budapest, remando assieme, una meta alla volta”.

 Per la prima volta, per la sua valenza sportiva, ma soprattutto per i valori di inclusione e  integrazione e di principi come quello di mutualità che ha messo in pratica e contribuisce a diffondere, il Governo austriaco, con il Decreto governativo GZ. 2022-0.377.660, ha conferito ufficialità di “Evento Navale” alla Discesa inclusiva del Danubio da Passau a Budapest.

Un riconoscimento importante, che ha contribuito ad offrire visibilità alla manifestazione durante la Discesa e che si è rivelato anche molto utile, consentendo alle barche in regata di avere la precedenza rispetto alle numerose imbarcazioni in navigazione sul Danubio, molte di esse grandi navi, e offrendo agli equipaggi la scorta della polizia navale e la sua assistenza anche tecnica.

Qui finisce, per ora, l’avventura, in attesa di sfide ancora più grandi. Come è nella natura dello Sport e dei suoi Atleti.